A questi sintomi, dovuti a una grave anemia, si aggiungono disturbi  della coagulazione del sangue, insufficienza epatica e disturbi renali. II  cane si mostra sofferente e occorre un tempestivo intervento del  veterinario, nei due giorni successivi le prime manifestazioni della  malattia. Una terapia adeguata risolve la situazione patologica per la  quale non esiste vaccinazione. La piroplasmosi è talvolta presente anche  in forma cronica.
Per la prevenzione, vi sono due soluzioni per risolvere il  problema delle zecche:
 La piroplasmosi o babesiosi è una malattia  trasmessa dalle zecche. L’agente patogeno è il protozoo Babesia canis ed è diffuso in tutto il mondo. In Europa ha importanza rilevante in Francia, Germania, Ungheria, Italia e Olanda. I vettori di babesia canis  sono la zecca Rhipicephalus sanguineus nelle zone a clima caldo e Dermatocentor reticulatus nelle zone più fredde. La zecca si infetta durante il  pasto di sangue su un canide ammalato e la trasmette ad altri cani direttamente cambiando ospite per completare il pasto di sangue o, molto importante, trasmette la babesia alle sue uova,…quindi da una zecca femmina  infetta nascono 2000-8000  larve, ninfe e quindi zecche adulte infette e portatrici di piroplasmosi!!! Un terreno che  ospita zecche portatrici di piroplasmosi rimane infetto anche per 9-12 anni!  Quindi se siamo stati sfortunati ed il nostro cane ha preso la piroplasmosi  frequentando una determinata zona è meglio non frequentarla o assicurare allo stesso  una valida protezione contro le zecche! 
Sembra che l’infezione passi dalla zecca al cane  dopo 1-2 giorni che questa è costantemente ancorata al cane per nutrirsi, quindi,  come già detto nel capitolo riservato alle zecche, è buona norma togliere manualmente o con l’aiuto di un antiparassitario le eventuali zecche  “raccolte” dal cane subito dopo una passeggiata o una battuta di caccia.
 Malattia e segni clinici
La babesia  canis causa una anemia emolitica di intensità variabile. La presentazione  clinica varia a seconda del grado di infezione, dell’età del cane, dal suo stato immunitario e dalla contemporanea presenza di altri agenti patogeni complicanti.
 Per farvi capire vi descrivo come agisce questo  protozoo: una volta entrato nel circolo sanguigno di una cane entra in un globulo  rosso dove si moltiplica. Da una babesia se ne formano 2, poi 4, poi 8, poi  16…..fino a distruggere il globulo rosso (=emolisi),à le 16 o 32 babesie che vengono così liberate in circolo infettano a loro volta altrettanti  globuli rossi dove si moltiplicano e ne causano la distruzione ecc…, ecco perché  è una malattia a rapida evoluzione.
Incubazione:  1-2 settimane
 I segni  clinici sono diversi in base alla velocità alla quale si sviluppa l’anemia  emolitica :
 
-         forma iperacuta: anemia emolitica  super rapida con morte dell’animale in poche ore per choc ipovolemico. E’ il caso  della malattia nelle zone endemiche e in caso di cani con deboli difese  immunitarie
 -         forma acuta: è la forma più  frequente. C’è febbre, spesso molto alta, anoressia cioè il cane non mangia o mangia  molto poco e svogliatamente, l’animale sembra triste, può avere vomito e  diarrea e soprattutto le urine sono in un primo momento molto gialle, poi  arancioni fino a diventare color marsala o coca-cola. Le mucose delle labbra e occhi  sono pallide e poi tendono al giallo e la morte sopraggiunge in pochi giorni  se non viene fatta una terapia mirata al più presto
 -         forma cronica: il cane ha una strana  febbre intermittente, è svogliato, non rende atleticamente, mangia poco. E’ la  forma più difficile da diagnosticare
 
Ogni  qualvolta il cane manifesti qualcuno dei suddetti segni clinici è buona norma portarlo velocemente dal veterinario per una visita, soprattutto se ha avuto  zecche nei giorni precedenti (anche 20-30gg). Ricordatevi che poche ore possono  essere d’aiuto per salvare la vita al vostro cane
 Complicazioni:
trombi,  danni renali, danni al fegato, danni cerebrali da mancata ossigenazione, choc,  insufficienza respiratoria acuta ecc…
 Terapia: 
La terapia  d’elezione è un farmaco considerato “antidoto”, da iniettare una volta effettuata la diagnosi.
E’ talvolta necessaria una trasfusione di sangue  ed in ogni caso una terapia di supporto per evitare i danni collaterali della malattia agli organi.
 Prevenzione:
-         antiparassitari
-         vaccino: in taluni paesi europei è  disponibile un vaccino. Esso non impedisce l’infezione, ma attenua e limita la  severità dei segni clinici. E’ consigliato nelle zone endemiche
-         profilassi: uno dei farmaci usati  come antidoto può essere usato, in dosi differenti, anche come profilassi in caso il  cane debba recarsi in zone endemiche di piroplasmosi. Lo protegge per 4  settimane circa.
 
 
fonte